Anonymous - Mar Apr 26 2011, 23:28:19
Oggetto:
La conoscenza è potere e il potere logora la mente.......annebbia i buoni propositi..... le associazioni culturali e d'elite dovrebbero limitarsi a fare le sagre!!!!!!
WernerLordwod - Mer Apr 27 2011, 00:17:20
Oggetto:
Ragagnin sto leggendo il suo saggio e lo trovo davvero molto interessante.
Con la globalizzazione non si può più pensare all’esistenza di culture chiuse e isolate. Le culture non sono più forme statiche ma dinamiche e processuali in continuo scambio tra loro. Sono ibride.
Come ben evidenziò anche Edward Tylor, la cultura è “..quell’insieme complesso che comprende conoscenze, credenze, arte, morale, diritto, costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società”
Della Quarta Parte del saggio riporto quanto segue:
"In ogni partito e religione c'è il pensatoio, di coloro che si dedicano
professionalmente alla ricerca della verità, o almeno così si crede. Perché in realtà
questi non fanno altro che cercare argomentazioni per smontare le altre cosiddette
verità. Così la loro verità, rimanendo l'unica sul mercato, trionferebbe: l'ideologia al
servizio del vincitore apparirebbe vera"
Come per una società collettivista o meglio di sinistra, come per una società individualista o meglio di destra, come per una religione, una ideologia serve ad inserire la persona in un pacchetto standard per meglio controllarla e quindi poter sapere come si muove, come pensa, quali saranno le sue mosse.
E' facile poter capire tutto ciò quando una persona nasce e cresce secondo una ideologia dettata da tempo e vista come suprema verità per quella comunità.
Ricordiamo la figura del Cristo, depositario di una nuova verità. Pericoloso per i romani, altrettanto per i rabbini ebrei. Nuova ideologia. Essere incontrollabile.
Oggi dal punto di vista antropologico è facilissimo squadrare una persona.
Come un animale, superiore e dotato di ragione, l'uomo si conforma alle abitudini, alla mentalità, all'abbigliamento e alle strategie di acculturazione del gruppo.
Ogni comunità interpreta il mondo attraverso i suoi strumenti e bisogna osservare le diversità, le trasformazione storiche all'interno di un gruppo, anziché lasciare spazio ad una forma di etnocentrismo che ci fa vedere solo la nostra cultura come la migliore, solo perché vicina e familiare.
Chi non è conforme al gruppo è visto come un pericolo.
Sperimentare la libertà assoluta è sintomo di follia per quel gruppo abituato a chi pensa per esso, alle sue regole.
Al di sopra delle ideologie, c'è la vera libertà. Ma appena parliamo di elìte non facciamo altro che creare attraverso - costrutti mentali stereotipati - un "nuovo gruppo".
E allora cos'è la libertà?
E cos'è la follia?